
Le loro manifestazioni, i cosiddetti pride, fanno notizia, oltre che per i contenuti, anche per il colore che portano con sé. Stiamo parlando della Comunità LGBTQ che, non a caso, è detta anche comunità arcobaleno sia per la bandiera che la rappresenta, sia per il colore, inteso in senso lato, che i pide diffondono in termini di coreografia, ma anche, e soprattutto, di contenuti. Si tratta è un insieme composito di organizzazioni lesbiche, gay, bisessuali, transgender, LGBT e sottoculture o anche singoli individui, uniti da un comune movimento culturale e sociale (cultura basata sul genere e sull’identità sessuale percepita non per forza corrispondente a quella biologica). Queste comunità generalmente celebrano l’orgoglio, la diversità, l’individualità e la sessualità. Attivisti e sociologi LGBT vedono la costruzione della comunità LGBT come un contrappeso all’eterosessismo, all’omofobia, alla bifobia, alla transfobia, al sessismo e alle pressioni conformiste che esistono nella società più grande. Il termine orgoglio (o pride) o talvolta orgoglio gay (gay pride) viene utilizzato per esprimere l’identità e la forza collettiva della comunità LGBT; le sfilate dell’orgoglio forniscono sia un primo esempio dell’uso sia una dimostrazione del significato generale del termine. La comunità LGBT è differenziata nell’appartenenza politica e non tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali o transgender si considerano parte della comunità LGBT.
Nel passato, soprattutto, quella che oggi è definita comunità LGBTQ era definita semplicemente comunità gay, ma la sessualità ha diverse sfumature che vanno differenziate.
Quindi, “comunità gay” può essere un sinonimo di “comunità LGBT”. In ogni caso, generalizzare se non ci si riferisce a sé stessi o a qualcuno che si è certi non lo ritenga tale, potrebbe venir considerato scortese. In altri casi ci si può voler riferire ai soli uomini gay. Si possono anche identificare molte “sotto comunità”, come la “comunità lesbica”, la “comunità bisessuale”, la “comunità transessuale” e così via. Alcune persone intendono “comunità gay” per “popolazione gay”.
Ci sono certamente minoranze culturali sessuali all’interno della stessa comunità gay. Ma ci sono anche persone nella popolazione che non sono divise in culture. Specialmente nei gay village, la rete sociale di molte persone LGBT è fortemente concentrata dentro la popolazione LGBT. Ma altre persone sono completamente, geograficamente o socialmente, isolate dalle altre persone LGBT, oppure non sentono che le relazioni con i loro amici LGBT siano diverse da quelle che hanno con i loro amici eterosessuali.
Così è possibile concepire un’universalità o una locale cultura LGBT o una rete sociale, ma che non necessariamente include tutte le persone LGBT della zona. Vi è anche una potenziale distinzione che deve essere fatta tra una rete sociale e una rete sessuale (un universo di possibili partner sessuali).
Rappresentativa argentina al X mondiale di calcio gay
Alcuni mettono in discussione la condivisione di una comunità con persone che non si ha mai conosciuto, altri ritengono che tutte le persone LGBT facciano parte di una comunità globale in una maniera o nell’altra.
La cultura comune generalmente celebra l’orgoglio gay, la diversità, l’individualità, e la sessualità. Molti partecipanti lo trovano un rinfrescante antidoto all’odio, alla discriminazione, all’omofobia, alle attitudini negative, e alle pressioni conformiste che essi qualche volta incontrano nella società.
L’attivismo politico è anche molto comune, specialmente tra LGBT, liberali, e partiti liberali (ma vi sono, di sicuro, persone LGBT di ogni pensiero politico, come, negli Stati Uniti, i Log Cabin Republicans).